La storia
Le origini di Morra (fino al 1934 denominata Morra Irpino, da quell’anno conosciuta con il cognome del suo più illustre cittadino) sono molto antiche. I reperti archeologici di cui abbondano le sue campagne e gli scavi ne attestano l’esistenza già tra il IX e il VI secolo a.C. Nel corso del IX secolo il paese fu presidio fortificato tra i due principati longobardi di Salerno e Benevento, e per la sua strategica posizione sull’Ofanto venne coinvolto nelle guerre tra Longobardi e Bizantini.
Dal periodo Normanno in poi, la storia di Morra si lega indissolubilmente a quella dei suoi feudatari. Appartenente inizialmente alla famiglia Morra; passato poi agli Zurlo e ai Caracciolo, nel 1618 il paese tornò sotto il dominio dei Morra, che lo tennero fino all’abolizione della feudalità.
Gli abitanti di Morra parteciparono attivamente alla rivoluzione del 1820 e ben otto furono i morresi – tra cui due zii del futuro critico Francesco De Sanctis, che quivi era nato nel 1817 – che furono costretti all’esilio, come ricorda lo stesso De Sanctis nel suo Viaggio Elettorale.
Nel corso dei secoli il paese di Morra fu colpito dai numerosi terremoti che interessarono la zona, ultimo dei quali quello del 23 novembre 1980, che causò la morte di 42 persone. Gravemente colpito, il paese fu ricostruito grazie ai contributi economici investiti per la ricostruzione post-sismica.
Il borgo
Camminando per il borgo di Morra De Sanctis si può ancora notare la struttura urbana venutasi a creare tra il XVII e il XVIII secolo, nonostante gli ingenti danni inferti dai terremoti. Passeggiando per i vicoli del borgo si possono così ammirare alcuni tra i più interessanti edifici signorili di Morra, quali il Palazzo De Rogatis e il Palazzo Molinari.
Merita una particolare menzione anche il municipio: un palazzo ottocentesco, sulla cui facciata è incastonato un busto in bronzo del De Sanctis. Al suo interno è stato allestito, a partire dal 2007, un Antiquarium, che illustra i risultati delle ricerche archeologiche condotte nel comune di Morra. (https://www.comune.morradesanctis.av.it/it-it/vivere-il-comune/cosa-vedere/museo-civico-antiquarium-29501-1-f41acfec9909dfe302d1f0bed0370b55)
La Chiesa dei Santi Pietro e Paolo
Costruita nel XI secolo, la Chiesa Madre dedicata ai Santi Pietro e Paolo venne riedificata nel XVIII secolo in stile romanico. L’interno, a croce latina e navata unica, conserva, oltre l’altare maggiore, ben otto altari, un coro ligneo del XVIII secolo e una tela del pittore Vincenzo De Mita. Sulla parete destra della navata si apre una porta che, tramite una scalinata in pietra, conduce al sepolcreto della famiglia Morra. Sotto il coro, la sacrestia e il braccio sinistro della croce, ci sono dei sotterranei dove venivano deposti i cadaveri in tempo antichi; il locale sotto la sacrestia era riservato ai sacerdoti, gli altri due erano per altri defunti.
La Chiesa di San Rocco
La chiesa di San Rocco, dedicata al santo patrono del paese, fu edificata in onore del santo all’indomani della peste del 1656 per ringraziarlo dello scampato pericolo. Presenta tre portali in pietra della seconda metà del XVIII secolo, a cui corrispondono altrettante navate.
La piazza sulla quale si affaccia la chiesa è dominata dall’obelisco dedicato al santo patrono, denominato “Guglia di San Rocco”. Realizzato nel 1852, il monumento, sormontato da una statua di bronzo opera dello scultore Gennaro Cali, che gli fa raggiungere l’altezza di 16 metri, fu donato alla comunità morrese da re Ferdinando II.
Il parco letterario De Sanctis
Nel centro storico di Morra, in fondo al vicolo De Sanctis, è ubicata la casa natale di Francesco De Sanctis. Sulla piccola facciata si trova una lapide di marmo che ricorda il famoso critico, qui nato il 28 marzo 1817. La casetta è preceduta da una stradina lastricata a gradoni.
Accanto a casa De Sanctis si trova un museo di memorie desanctisiane che, allestito nell’ambito delle iniziative del Parco Letterario Francesco De Sanctis (http://www.parcoletterariodesanctis.it/), ospita una piccola raccolta di memorie e di cimeli desanctisiani.
Il castello
Nella parte più alta del paese, con la sua imponente struttura muraria, si erge il castello Biondi Morra. Il castello dalla collina domina il borgo e la valle dei fiumi Ofanto, Calore e Sele, offrendo alla vista un bellissimo panorama che va dai monti del Laceno alla vallata del fiume Ofanto.
L’edificio è strutturato su due livelli: un piano inferiore, adibito a residenza della servitù; un piano superiore, al quale si accedeva tramite una corte posta tra il primo e il secondo livello, che era la residenza del signore e che ospitava una sala d’armi, una sala di rappresentanza, le camere da letto, la biblioteca e la cucina. L’ingresso principale è costituito da un portale in pietra del Seicento, sormontato da un grande stemma che riproduce le insegne della famiglia Morra.
(https://www.youtube.com/watch?v=IjprsBw-9Q8)