Luigi Settembrini nacque a Napoli da una famiglia di avvocati che aveva partecipato alla rivoluzione napoletana del 1799. Educato dal padre alle idee liberali, studiò presso il collegio di Maddaloni prima e, successivamente, a Santa Maria Capua Vetere, dove intraprese gli studi di legge. Fu in questa occasione che conobbe Benedetto Musolino.
Abbandonati gli studi di legge, si recò a Napoli dove poté dedicarsi agli studi umanistici. Qui frequentò la scuola di Basilio Puoti, presso la quale entrò in contatto con Francesco De Sanctis, diventandone uno dei suoi allievi prediletti. All’Università ebbe, tra i suoi professori, il filosofo Pasquale Galluppi.
Vincitore di concorso per la cattedra di eloquenza al liceo di Catanzaro, quivi si trasferì con la moglie. A Catanzaro, con l’amico Musolino fondò una sette di ispirazione mazziniana, ma nel 1837 fu arrestato. Imprigionato, trascorse i successivi tre anni nel carcere di Santa Maria Apparente.
Tornato in libertà, partecipò al dibattito pubblico tra il 1847 e il 1848, scrivendo il famoso pamphlet Protesta del popolo delle Due Sicilie. Partecipò ai moti del 1848, ma dopo la restaurazione borbonica fu imprigionato, con altri liberali, presso il carcere di Montefusco. Fu poi deportato sull’isola di Santo Stefano. Nel 1859 fu avviato alla deportazione negli Stati Uniti, ma il figlio riuscì a dirottare la nave e condurla in Irlanda e poi in Inghilterra.
Nel 1860 fu professore di letteratura italiana presso l’Università di Bologna e dal 1861 insegnò all’Università di Napoli diventandone in seguito rettore. Nel 1873 fu nominato senatore del Regno.
Morì a Napoli nel 1876.