CENTRO DI RICERCA PER LO STUDIO DEL PENSIERO MERIDIONALISTICO

Sulle orme del lungo Ottocento meridionale

Atella

La storia

La fondazione di Atella risale al Trecento. Tuttavia alcune ipotesi, rinforzate da alcune scoperte archeologiche, hanno fatto supporre una fondazione più antica, risalente al III secolo a.C. Secondo alcune di queste ipotesi, Atella sarebbe stata fondata da alcuni profughi provenienti dall’omonima città osca; altre suppongono che sia stata fondata sulle rovina di un’altra città, Celenna, menzionata da Virgilio nell’Eneide. Alcuni reperti archeologici, come il ritrovamento di una necropoli del IV secolo a.C., fanno addirittura anticipare l’epoca di fondazione di Atella.

Tuttavia, come detto in precedenza, l’abitato di Atella è il risultato di un impianto di fondazione risalente ad un periodo compreso tra il 1320 e il 1330, quando la zona venne ripopolata da gente proveniente per lo più dalle zone di Rionero, Monticchio, Lagopesole. Durante il periodo angioino, Atella divenne uno dei centri più importanti e ricchi della Basilicata: a questo tempo risale la costruzione del castello, completamente distrutto dal terremoto del 1694, della cinta muraria e delle porte che favorivano l’accesso all’abitato.

Dopo questo periodo di splendore, durato circa un secolo, iniziò una lente decadenza per Atella, che venne assegnata, di volta in volta, a vari feudatari, da Giovanni Caracciolo ai Gesualdo e ai Filomarino. Il terremoto del 1694 rase quasi al suolo l’abitato, costringendo molte fette della popolazione a lasciarlo, prendendo la via di Melfi. Un altro sisma, nel 1851, colpì gravemente il paese.

All’indomani dell’Unità, Atella partecipò attivamente alla guerra del brigantaggio; il suo esponente più importante fu Giuseppe Caruso, luogotenente di Crocco, che avrebbe poi tradito, contribuendo a garantire la vittoria delle truppe italiane su quelle brigantesche.

La Chiesa di Santa Maria ad Nives

La chiesa madre di Atella, dedicata a Santa Maria ad Nives, è una struttura trecentesca che, a causa dei numerosi eventi sismici che hanno colpito il borgo di Atella, ha subito numerosi interventi di restauro. Proprio per questo l’edificio presenta vari fasi temporali di costruzione, con l’evidente contrapposizione tra la facciata trecentesca e l’interno databile, invece, al Settecento. La facciata, che si affaccia sulla piazza principale del paese, è composta da un portale con arco a sesto acuto, con in alto un rosone e due nicchie con le statue di Sant’Antonio Abate e San Nicola di Bari. L’interno, ad una sola navata, conserva alcune sculture lignee ed alcuni dipinti di epoca cinquecentesca.

La Chiesa di Santa Lucia

La chiesa di Santa Lucia fu fondata nel 1389 ed ha subito numerosi interventi di ristrutturazione dopo il terremoto del 1694. Al suo interno è conservato un dipinto quattrocentesco, raffigurante la Madonna Riparatrice, rimasto nascosto ai fedeli fino al terremoto del 1851, quando il muro che la nascondeva, fatto costruire durante i lavori di restauro seguiti al terremoto degli ultimi anni XVII secolo, cadde. Il dipinto venne considerato per certi versi miracoloso dalla popolazione, in quanto avrebbe protetto il paese dal sisma, che nei paesi limitrofi aveva causato morti e distruzioni. L’evento miracoloso colpì anche Ferdinando II re delle Due Sicilie, che volle ammirare il dipinto.

Il Monastero delle suore benedettine

Il Monastero delle suore benedettine, ubicato in via Giustino Fortunato, è sede del museo di San Benedetto. Antichissimi busti di fattura bizantina, cinquanta pergamene, venti libri e un coro ligneo sono conservati all’interno del Monastero, edificato nel XV secolo in seguito ad un finanziamento di Nardo De Alessandrellis, esponente di una delle famiglie più ricche di Atella. Formato da un’unica navata, l’edificio si sviluppa su due livelli intorno a due chiostri.

Il Monastero di Santa Maria degli Angeli

Risale al XIV secolo, invece, il Monastero di Santa Maria degli Angeli, appartenente inizialmente ad una comunità di francescani, e poi abbandonato in seguito ai numerosi e frequenti terremoti. Secondo una descrizione il monastero era composto da trenta stanze abitabili, un refettorio e, attorno al chiostro, un porticato composto da volte a crociera.

La torre angioina

La torre angioina è l’unico elemento rimanente del castello costruito dagli angioini fin dai tempi della fondazione del borgo di Atella e distrutto dal terremoto del 1694. Il castello era composto da quattro torri laterali di guardia ed era circondato da un fossato e fu oggetto di numerosi assedi nel corso dei secoli, i più gravi dei quali nel 1361 e nel 1496. Ad esso si accedeva attraverso due porte, delle quali solo una, quella di San Michele, è attualmente ancora visibile.

http://www.comune.atella.pz.it/

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