CENTRO DI RICERCA PER LO STUDIO DEL PENSIERO MERIDIONALISTICO

Sulle orme del lungo Ottocento meridionale

Caporal Teodoro

Teodoro Gioseffi, conosciuto con il nome di Caporal Teodoro, nacque a Barile, da una famiglia contadina. Fin dal 1861 aderì al brigantaggio, entrando nella banda di Carmine Crocco. Successivamente passò ai comandi di Ninco Nanco e, quindi, del generale catalano José Borjes, partecipando attivamente alle incursioni che Borjes e Crocco compirono in Basilicata nell’autunno del 1861.

Tra la fine del 1861 e l’inizio del 1862, Caporal Tedoro prese il comando della banda di Botte, suo compaesano, che agiva sul territorio di Ruvo, S. Fele, Rapone e Monticchio. Le prime azioni autonome della banda di Teodoro furono fallimentari. Il 12 marzo 1863 prese parte, insieme alle bande di Crocco, di Ninco Nanco e di Giuseppe Caruso, al massacro di 15 cavalleggeri di Saluzzo.

Il 15 aprile 1863 la sua banda fu sconfitta da un reparto di bersaglieri a Monticchio; in seguito a questa sconfitta, decise di unire le sue bande a quelle di Malacarne di Melfi e di Volonnino, partecipando ad altre scorrerie e razzie.

Dopo il tradimento di Giuseppe Caruso, Caporal Teodoro, come gran parte dei capi del brigantaggio, ebbe le ore contate. Il 3 febbraio 1865 si arrese al generale Emilio Pallavicini.

Il tribunale militare di guerra di Potenza lo condannò ai lavori forzati a vita.

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