CENTRO DI RICERCA PER LO STUDIO DEL PENSIERO MERIDIONALISTICO

Sulle orme del lungo Ottocento meridionale

Cerreto Sannita

La storia

Cerreto Sannita è situato nell’alta valle del fiume Titerno, alle porte del Parco regionale del Taburno. Abitata fin dalla preistoria, i primi documenti che attestano l’esistenza di Cerreto Sannita risalgono al X secolo. Fu grazie al declino della città di Telesia, che Cerreto iniziò ad acquistare una maggiore importanza nella zona, dal punto di vista economico, commerciale e demografico.

A partire dal XV secolo Cerreto conobbe un importante sviluppo economico dovuto alla fiorente industria della lana; il commercio dei panni di lana cerretesi permise, inoltre, lo sviluppo di un ceto mercantile.

Il 5 giugno 1688 il paese venne completamente distrutto da un violento terremoto. Solo otto anni dopo il catastrofico avvenimento, ogni cittadino di Cerreto aveva ricostruito la propria abitazione. Con la ricostruzione del borgo, giunsero a Cerreto numerose maestranze artigianali, specialmente napoletane, fra cui diversi ceramisti, che contribuirono alla nascita della ceramica cerretese.

Con l’Unità d’Italia, Cerreto Sannita venne aggregata alla provincia di Benevento. Già sul finire del 1860 alcune bande brigantesche, tra le quali quella del cerretese Cosimo Giordano, andavano incitando la popolazione alla rivolta contro le istituzioni italiane, che portarono, nell’agosto del 1861, ai tristemente noti fatti di Pontelandolfo e di Casalduni. A Cerreto, invece, le continue assenze di Cosimo Giordano e la collaborazione dei cittadini con l’autorità civile, contribuirono a minare l’unità delle bande.

Sconfitto il brigantaggio, Cerreto conobbe un florido sviluppo grazie anche all’attività del politico cerretese Michele Ungaro, primo presidente della provincia di Benevento, deputato al Parlamento e sindaco di Cerreto, fondatore, nel 1881, della Società operaia di Cerreto Sannita, la più antica della Campania dopo quella di Sala Consilina.

La Cattedrale della Santissima Trinità

La cattedrale di Cerreto, edificata dopo il terremoto del 1688, è caratterizzata dalla facciata in pietra locale, da vetrate policrome e da due campanili. L’interno, a croce latina, è ornata da stucchi di scuola napoletana. Alle pareti del presbiterio sono siti due affreschi neoclassici, mentre l’altare maggiore è sovrastato dal dipinto raffigurante la Santissima Trinità.

La collegiata di San Martino Vescovo

Costituita nel 1544 a seguito dell’unione di sei parrocchie, venne ricostruita dopo il terremoto del 1688. L’interno, a tre navate, è vasto e luminoso, e ricco di numerose opere d’arte: vi si possono ammirare alcuni marmi policromi, numerosi dipinti settecenteschi, alcune pavimentazioni in ceramica cerretese. L’organo, di fine Seicento, è ricco di intagli e dorature. Nella cappella del Sacramento sono site tre tele del pittore Lucantonio D’Onofrio, attivo nel XVIII secolo nella Valle Telesina. L’altare maggiore è sovrastato da un grande dipinto raffigurante la Gloria di San Martino.

La Chiesa di San Rocco

La chiesa di San Rocco sorgeva, prima del terremoto del 1688, in una zona esterna al centro storico dell’abitato. Di origine seicentesca – il primo documento che ne attesta l’esistenza è del 1613 – la chiesa venne ampliata dopo la peste del 1656. Subì ingenti danni a causa del terremoto del 1688. In seguito alla ricostruzione della città, la chiesa si venne a trovare all’interno del centro storico del nuovo abitato.

La facciata della chiesa si presenta semplice, senza alcuna decorazione. L’interno è ad unica navata. Alla base dell’altare si possono notare resti di pavimentazione in ceramica cerretese.

Da una porta della navata si può accedere alla cripta-sepoltura che testimonia l’antica usanza di seppellire i morti all’interno delle architetture religiose.

La Chiesa e il convento di Sant’Antonio

La chiesa, distrutta completamente dal terremoto del 1688, venne ricostruita nel nuovo tessuto urbanistico di Cerreto Sannita. Il terremoto del 26 luglio 1805 danneggiò gravemente l’edificio facendo crollare il presbiterio, il transetto e la cupola.

L’interno della chiesa, a croce latina ad un’unica navata, si presenta ridotto, a causa dei danni subiti dal terremoto del 1805. Le cappelle laterali conservano alcune importanti opere d’arte come una pala raffigurante la Madonna del Pianto e una scultura lignea della Vergine. Si conserva, all’interno della chiesa, la statua di Santa Caratisa, salvatasi dal terremoto del 5 giugno 1688.

Annessa alla chiesa era il convento di Sant’Antonio (oggi palazzo Sant’Antonio), un grosso edificio a forma quadrangolare dotato di chiostro interno e di un giardino. Il chiostro, a pianta quadrata, contiene cinque arcate per lato. Nel pavimento di ciascuna campata sono stati sistemati venti pannelli in ceramica cerretese che illustrano i monumenti, i personaggi e le tradizioni tipiche di Cerreto Sannita.

Il Museo civico e della ceramica cerretese

Il Palazzo Sant’Antonio ospita, nelle sue sale, il Museo civico e della ceramica cerretese. Il museo, aperto dal 1995, documenta la tradizione della ceramica cerretese sorta dopo il sisma del 1688. Il museo è articolato in due sezioni: una, dedicata alla ceramica antica, contenente prevalentemente ceramiche cerretesi risalenti in gran parte ai secoli XVII-XVIII-XIX proveniente dall’Istituto statale d’arte di Cerreto Sannita e da alcune collezioni private; la sezione della ceramica contemporanea.

http://www.beniculturali.it/mibac/opencms/MiBAC/sito-MiBAC/Luogo/MibacUnif/Luoghi-della-Cultura/visualizza_asset.html?id=152036&pagename=57

Il Museo Arte Cerrese

Il Museo civico e della ceramica cerretese è inserito in un più ampio sistema museale chiamato MART (Museo Arte Cerretese), che comprende:

  • il MARCON (Museo di Arte Contemporanea)
  • il MARS (Museo Arte Sacra)
  • il MAR (Museo Arte Rurale)
  • il MARCH (Museo Archeologico).

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