CENTRO DI RICERCA PER LO STUDIO DEL PENSIERO MERIDIONALISTICO

Sulle orme del lungo Ottocento meridionale

Craco

La storia

Le prime tracce di una presenza umana a Craco sono alcune tombe risalenti all’VIII secolo a.C.: è probabile che il paese, come altri della zona, abbia offerto riparo ai coloni greci di Metaponto, rifugiatisi in zona collinare.

Successivamente Craco fu insediamento bizantino. In questo periodo alcuni monaci italo-bizantini iniziarono ad introdurre e sviluppare l’agricoltura nella zona, favorendo la nascita di un agglomerato urbano. A questo aggregato urbano si diede il nome di “Graculum”, ovvero piccolo campo arato.

In epoca normanna il feudo di Craco venne assegnato prima ad Erberto, che ne fu il primo feudatario, e successivamente a Roberto di Pietrapertosa; durante l’epoca sveva il paese, grazie alla posizione strategica, divenne un importante centro militare e venne affidato a Goffredo. La nascita del borgo antico risale a questo periodo: le case si presentano, infatti, arroccate intorno ad un torrione quadrato, che domina le valli fluviali del Cavone e dell’Agri, vie privilegiate per chi volesse penetrare nella Basilicata interna.

Nel corso del XV secolo il borgo si espanse intorno a quattro palazzi nobiliari: palazzo Maronna, palazzo Grossi, palazzo Carbone, palazzo Simonetti.

Nel 1799 la popolazione di Craco aderì agli ideali repubblicani; la rivolta fu, però, repressa nel sangue. Durante il decennio napoleonico, Craco fu spesso saccheggiata e depredata da bande brigantesche, come quelle a comando di Domenico Rizzo “Taccone”. Il fenomeno del brigantaggio colpì ancora una volta Craco all’indomani dell’Unità, quando le bande agli ordine di Crocco e di Borjes, dopo aver occupato Salandra, si diressero verso Craco.

Nel 1963, a causa di una frana di vaste proporzioni, Craco iniziò ad essere evacuata. Nel 1972 un alluvione peggiorò la situazione, impedendo un’eventuale ripopolazione del centro storico. Dopo il terremoto del 1980, Craco vecchia è stata completamente abbandonata. Rimasta completamente intatta, Craco si è trasformato in un paese fantasma; nel 2010 è entrato nella lista dei monumenti da salvaguardare redatta dalla World Monuments Fund. (https://www.wmf.org/project/historic-center-craco-centro-storico-di-craco)

La riscoperta di Craco

Nonostante a partire dal 1963 sia stato completamente abbandonato, Craco conserva ancora oggi molte testimonianze del suo passato. Oggi è inoltre possibile seguire un percorso di visita guidato, lungo un itinerario messo in sicurezza, che consente di attraversare il borgo fantasma. http://www.comune.craco.mt.it/attivita/craco-card-2.html

A pochi metri dal centro storico, presso l’antico monastero di San Pietro, ha sede il MEC, il Museo Emozionale di Craco, «uno spazio della memoria, dove il racconto si fa emozione viva e partecipata» attraverso gli strumenti della tecnologia. http://www.cracoemotion.org/

Il MEC rientra all’interno del Parco Museale Scenografico di Craco, uno dei progetti più evoluti di Italia. Il Parco riesce a rendere compatibili, in chiave di valorizzazione turistica, realtà diverse: il museo classico si trova, quindi, affiancato all’eco-museo, l’area archeologica è contigua all’esperienza digitale. http://www.cracomuseum.eu/

I palazzi nobiliari

Tra i principali monumenti che colpiscono lo sguardo del visitatore vi sono i palazzi nobiliari attorno ai quali il paese si è sviluppato, in particolare Palazzo Grossi e Palazzo Carbone, entrambi risalenti al XV° secolo, ma ampliati e rinnovati nella struttura nel corso dei secoli. Altro palazzo nobiliare è il Palazzo Maronna, vicino al quale svetta il torrione di origine normanna, che domina lo skyline del paese, e che si presuma facesse parte di una struttura castellana più ampia: di esso si conservano ancora l’originale portale di ingresso e la torre con le finestre, dalle quali si gode di un bellissimo panorama.

La Chiesa di San Nicola

Ancora nel borgo fantasma è possibile ammirare la chiesa madre, dedicata a San Nicola vescovo, che presenta un ingresso monumentale. Alla chiesa è annesso un maestoso campanile, realizzato su tre ordini e coperto da una cupola sormontata da maioliche.

La Chiesa della Madonna della Stella

Fuori dall’abitato di Craco vecchia, verso nord, sorge la chiesa della Madonna della Stella, risalente alla prima metà del XVII secolo: in seguito agli eventi franosi la cappella è stata ridotta. Oggi si può ancora ammirare l’altare maggiore in marmo, mentre la facciata presenta un bel portale in legno intagliato.

Craco città di cinema

La conformazione del territorio e la sua bellezza scenografica hanno fatto di Craco vecchia uno dei luoghi preferiti come location cinematografica. Numerosi sono, infatti, i film girati a Craco, a partire dal 1978 quando fu scelta da Francesco Rosi nel suo Cristo si è fermato ad Eboli in cui appare nella scena dell’arrivo del protagonista nella sua nuova destinazione di confino, Gagliano.

Nel 2004 è stata scelta da Mel Gibson come location per la scena dell’impiccagione di Giuda nel suo kolossal La passione di Cristo. Inoltre il paese ha fatto da sfondo ad alcune scene del film di successo Basilicata coast to coast del 2010.

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