Eleonora Pimentel Fonseca nacque a Roma il 13 gennaio 1752 da famiglia portoghese. Poco tempo dopo la sua nascita, a causa dei contrasti sorti tra il Regno del Portogallo e lo Stato della Chiesa i genitori furono costretti a lasciare Roma e raggiungere Napoli.
Qui Eleonora, grazie all’aiuto di uno zio, si dedicò agli studi letterati e allo studio delle discipline storiche, economiche e giuridiche. Scrisse componimenti poetici, fu ammessa all’Accademia dei Filaleti e a quella dell’Arcadia e frequentò il salotto di Gaetano Filangieri.
Frequentatrice della regina Maria Carolina, che era ispirata dai dettami del dispotismo illuminato, ben presto Eleonora, che aveva frequentato i circoli giacobini che avevano preparato il tentativo del 1794, fu accusata di giacobonismo e nel 1798 fu incarcerata. Nel gennaio 1799 fu liberata dai lazzari e il 19 gennaio fu tra coloro che si impossessarono Castel Sant’Elmo per preparare l’arrivo delle truppe francesi. Il 22 gennaio 1799 era tra coloro che proclamarono la Repubblica napoletana. Il 2 febbraio dello stesso anno pubblicò il primo numero del giornale il “Monitore Napoletano”, periodico bisettimanale, di cui era diventata direttrice.
Negli articoli pubblicati sul periodico si batté per la Repubblica, mostrandosi seguace di un atteggiamento democratico scevro da ogni compromesso con i moderati. I suoi tentativi di rendere popolare la Repubblica ebbero però scarso successo, avendo come unica conseguenza quella di acuire il malanimo dei Borbone nei suoi confronti.
Alla caduta della Repubblica e in seguito alla restaurazione monarchica, Eleonora fu processata e condannata a morte. Fu impiccata in Piazza Mercato il 20 agosto 1799.