CENTRO DI RICERCA PER LO STUDIO DEL PENSIERO MERIDIONALISTICO

Sulle orme del lungo Ottocento meridionale

Filomena Pennacchio

Filomena Pennacchio nacque a San Sossio Baronia il 6 novembre 1841 da Giuseppe e da Vincenza Bucci. Giovanissima, sposò un impiegato di cancelleria del tribunale di Foggia. Un giorno, stanca dei continui maltrattamenti subiti dal marito, lo uccise. Per evitare il carcere si rifugiò nei boschi di Lucera, dove entrò in contatto con la banda di Giuseppe Caruso, di cui divenne amante.

Al seguito di Caruso, Filomena Pennacchio entrò in contatto con le bande di Crocco, con cui ebbe una relazione, in cui conobbe quello che sarebbe stato il suo compagno, Giuseppe Schiavone, uno dei luogotenenti di Crocco.

Al fianco di Schiavone partecipò ad alcuni saccheggi e razzie. Il tradimento di Caruso prima e quello di Rosa Giuliani, compagna di Schiavone, poi, causarono perdite per la banda brigantesca. Arrestato presso Melfi, Schiavone fu giustiziato il 28 novembre 1864. Rimasta sola, Filomena Pennacchio si consegnò alle autorità militari, collaborando con queste ultime nella repressione delle ultime bande brigantesche.

Condotta davanti al tribunale di Avellino, fu condannata a 20 anni di lavori forzati, che furono ridotti a 7. Scontata la pena, Filomena Pennacchio sposò un facoltoso uomo di Torino e quivi si trasferì. Morì a Torino il 17 febbraio 1915.

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