Francesco De Sanctis nacque a Morra Irpino il 28 marzo 1817. Dopo i primi anni trascorsi nella natia Morra, si trasferì a Napoli, dove intraprese gli studi letterari.
Diventato maestro sia di scuola pubblica che di scuola privata, grazie all’interessamento del marchese Basilio Puoti, nel decennio 1838-1848 andava sviluppando il suo metodo critico e intrecciando una serie di relazioni affettive e intellettuali, mentre andava maturando fondamentali scelte ideologiche, filosofiche e politiche.
Diventato maestro del liberalismo e condannato nel processo per la setta Unità d’Italia, si rifugiò in Calabria dove fu arrestato nel 1850 e, quindi, condotto a Napoli e rinchiuso in Castel dell’Ovo, dove scontò due anni di carcere.
Bandito dal Regno e imbarcato per gli Stati Uniti, riuscì a sbarcare Malta e da qui raggiungere Torino, dove rimase fino al 1856. A quella data fu chiamato ad insegnare Letteratura italiana presso l’Istituto universitario politecnico federale di Zurigo, dove rimase fino al 1860.
Alla caduta del Regno borbonico rientrò a Napoli, dove riuscì a mediare fra i garibaldini e i moderati. Nominato da Garibaldi governatore della Provincia di Avellino, organizzò il plebiscito per l’annessione al costituendo Regno d’Italia; organizzò la guardia nazionale e si apprestò a combattere la reazione ivi scoppiata. Fu direttore dell’Istruzione a Napoli e riorganizzò la vita universitaria napoletana, chiamandovi ad insegnare illustri esponenti della cultura liberale.
Dopo i suoi primi incarichi governativi sotto Cavour e Ricasoli, si mostrò fermo oppositore dei gruppi di potere della Destra e mostrandosi vicino alla Sinistra costituzionale, che nel 1865 nel Mezzogiorno otteneva il primo successo elettorale. In seguito fu avversario del trasformismo depretisino e del Nicotera. Da Ministro dell’Istruzione sotto il governo Cairoli ripropose i problemi della scuola per tutti e dell’istruzione tecnica.
Morì a Napoli il 29 dicembre 1883.