CENTRO DI RICERCA PER LO STUDIO DEL PENSIERO MERIDIONALISTICO

Sulle orme del lungo Ottocento meridionale

Francesco Tedesco

Francesco Tedesco nacque ad Andretta l’11 marzo 1853, da Emiddio Tedesco e da Apollonia di Pietro. Fu avviato agli studi dal fratello maggiore Don Pietrantonio e, iscritto all’Università di Napoli, conseguì la laurea in giurisprudenza a venti anni. Vincitore di concorso pubblico, venne assunto presso il Ministero dei Lavori Pubblici e si trasferì a Roma.

Dopo una brillante carriera amministrativa, nel 1900 fu eletto deputato ed avviò la sua carriera politica che, nel giro di pochi anni, lo vide assurgere ad importanti ruoli ministeriali. Nel 1903, infatti, Giolitti lo nominò Ministro dei Lavori Pubblici e, in questa veste, Tedesco si impegnò per realizzare la nazionalizzazione della rete ferroviaria, provvedimento che, però, fu attuato dal successivo governo Fortis, in cui egli non ebbe alcun incarico ministeriale. Tornò al governo nel secondo ministero Fortis, sempre a capo del dicastero dei Lavori Pubblici. Tra il 1909 e il 1911 fu nominato Ministro del Tesoro nel governo Luttazzi e vi fu confermato nel quarto governo Giolitti.

Oltre all’importante carriera politica nazionale, Tedesco fu il principale esponente del giolittismo in provincia di Avellino, riuscendo ad estromettere dal potere Michele Capozzi, da quaranta anni principale esponente della vita politica irpina. Negli anni in cui fu presidente del Consiglio provinciale di Avellino, la provincia di Avellino conobbe uno sviluppo economico e miglioramento delle vie di comunicazione.

Dopo il primo conflitto mondiale, Tedesco ritornò al governo come Ministro delle Finanze nel quinto governo Giolitti. Ma ormai il vecchio sistema politico liberale di stampo giolittiano stava lasciando il terreno ad altre ideologie politiche. Gravemente ammalato, fu costretto a dimettersi e farsi sostituire nella carica da Luigi Facta. Morì a Roma il 9 maggio 1921.

Altri esponenti della famiglia Tedesco rivestirono importanti ruoli politici a livello nazionale: il figlio di Francesco, Ettore, fu deputato liberale nella XXV legislatura; la nipote, Giglia, moglie di Antonio Tatò, fu senatrice comunista dal 1968 al 1994 e fu relatrice della legge sull’aborto (194/1978).

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