CENTRO DI RICERCA PER LO STUDIO DEL PENSIERO MERIDIONALISTICO

Sulle orme del lungo Ottocento meridionale

Lavello

La storia

Lavello è un comune di 13411 abitanti, situato nella media valle dell’Ofanto, all’estremità settentrionale della regione. L’abitato ha radici molto lontane, come è testimoniato da reperti archeologici che attestano la frequentazione del posto fin dal Neolitico. Conquistata dai romani, il centro di Lavello acquista già un ruolo importante all’epoca dei Longobardi, per diventare uno dei principali centri durante l’epoca sveva: qui, nel 1254, morì Corrado IV, figlio di Federico II. Fedele a Manfredi, il centro partecipò alla rivolta ghibellina del 1268. Il paese, nel 1298, subì un grave incendio che distrusse gran parte dell’abitato; questo evento è ricordato nello stemma comunale, in cui è raffigurata una torre a due piani invasa dalle fiamme. In epoca moderna, la trasformazione di molte terre dell’agro lavellese in aree di pascolo per la transumanza degli ovini, fece registrare l’assetto agro-pastorale del territorio lavellese, che sarebbe durato fino all’Ottocento. Oggi è tra i principali centri agricolo-commerciali della provincia di Potenza, ed è anche una delle zone più sviluppate e dinamiche da un punto di vista industriale, soprattutto per la presenza, adiacenti al comune lucano, di due importanti stabilimenti produttivi, quello della Barilla e, soprattutto, quello della FCA.

La Chiesa di Sant’Anna

Fra i principali monumenti del centro abitato ricordiamo la Chiesa di Sant’Anna, fatta edificare nel 1537, che aveva annesso un convento dei Frati Minori Cappuccini. La Chiesa conserva tele sacre del XV e XVI secolo tra cui un’Annunciazione attribuita al pittore lucano Antonio Stabile.

L’ex Cattedrale di San Mauro

Nei pressi del Castello è da visitare l’ex cattedrale di San Mauro, edificata nell’XI secolo e che ha subito trasformazioni nel corso del tempo che l’hanno arricchita di cappelle gentilizie, sarcofagi istoriati e immagini sacre.

Il castello

Il monumento principale di Lavello è certamente il castello di età normanna. L’impianto originale aveva pianta quadrata, con ingressi a settentrione e a occidente. La semplice strutture fu arricchita tra Trecento e Quattrocento da un loggiato dalle forme durazzesche con archi e una torre, mentre le ventidue finestre originarie vennero sostituite con balconi. Il castello è stato ricostruito nel 1600 ed oggi, oltre ad essere sede del Municipio, ospita anche il Museo Civico Antiquarium, in cui si conservano reperti dell’età del ferro, ceramiche italo-greche e varie iscrizioni in lingua latina. I panelli esposti nell’Antiquarium si possono visionare su internet, presso il sito istituzionale del comune di Lavello, al seguente indirizzo: http://www.comune.lavello.pz.it/storia-e-cultura/antiquarium.html

Il Museo della Civiltà Contadina

Di particolare interesse è il Museo della Civiltà Contadina, allestito all’interno del Palazzo Ducale, suddivisa in due sezioni: la prima sezione, “la casa contadina”, si compone di oggetti ed arredi che venivano utilizzati nelle abitazioni; la seconda sezione, “il lavoro nei campi”, propone strumenti ed attrezzi che venivano adoperati per il lavoro svolto nei campi dai contadini durante l’intero ciclo della produzione del grano. A queste due sezioni se ne sono aggiunte altre due, una dedicata ai costumi tradizionali della cultura contadina e un’altra alla raccolta di documentazione di particolare interesse storico.

(https://www.comune.lavello.pz.it/comune/museo-civilta-contadina)

Il carnevale

Fra le manifestazioni di maggiore interesse che si svolgono a Lavello vi è certamente il carnevale: ogni sabato sera, fino al sabato successivo alla Ceneri, si animano i “festini”, luoghi in cui si radunano a ballare gruppi mascherati. La maschera principale di Lavello è il cosiddetto “Domino”: una figura vestita da una lunga tunica in raso, solitamente di colore rosso, ornata da un cappuccio che nasconde il viso e un cordone che cinge il saio. Ogni mascherato porta con sé un sacchettino dove conserva caramelle e cioccolatini da donare a chi accetta l’invito di ballare.

La domenica successiva al martedì grasso viene proposta la Sfilata dei Domini: un corteo attraversa le vie cittadine fino ad arrivare alla piazza principale, dove viene messo in scena il processo e il rogo a Carnevale.

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