CENTRO DI RICERCA PER LO STUDIO DEL PENSIERO MERIDIONALISTICO

Sulle orme del lungo Ottocento meridionale

Pago Veiano

La storia

Il borgo di Pago Veiano, piccolo comune di circa duemila abitanti, ha origini che risalgono almeno al tempo dei romani. Una prova di ciò è costituita, oltre che dai reperti rinvenuti nel territorio, anche dal suo stesso nome. La parola Pago, infatti, deriva dal latino pagus e sta per villaggio. A quanto pare, là dove oggi sorge il comune di Pago Veiano, vi erano diversi villaggi tra cui uno citato in un’epigrafe del II secolo d.C. detto pagus Vetanus. Nel 1863, all’indomani della unità d’Italia, gli abitanti del borgo ottennero dal re Vittorio Emanuele II di poter cambiare il nome del luogo in Pago Veiano.

Come tutti i piccoli villaggi della Campania, anche Pago fu per un certo periodo un feudo appartenuto ad alcune famiglie nobili del regno, come i Conti di Ariano, i de Capua, conti di Altavilla, i Brancaccio e i de Maio-Durazzo. Venne quasi spopolandosi durante le epidemie del ‘600 e la furia dei movimenti tellurici, che però hanno risparmiato l’antica Chiesa di San Michele, con interessanti elementi classici di riuso, collocati lungo le sue mura.

Durante il periodo del brigantaggio postunitario a Pago si videro molti briganti, che istigavano la popolazione all’insurrezione contro il neonato regime, tra cui un certo Antonio della Molinara, detto Zurpolo, ex soldato del disciolto esercito duosiciliano, che nell’agosto del 1861 capeggiò la rivolta di Pago.

La chiesa di San Michele

La Chiesa di San Michele si trova su una piccola altura. Fu fondata, probabilmente, intorno al secolo VIII dai Longobardi.

La cappella è stata ritenuta dagli archeologi assai interessante per i numerosi reperti inseriti nella costruzione o presenti nel territorio circostante; infatti la cappella è stata realizzata con avanzi di costruzioni romane e nelle mura si riscontrano numerose epigrafi. Il grande studioso dell’età romana Theodor Mommsen, riportò ben 14 epigrafi.

La costruzione dell’attuale chiesa risale agli ultimi decenni del XVII secolo. La chiesa venne consacrata nel 1743.

All’interno della chiesa è presente un quadro di maioliche, raffigurante la Madonna con Bambino, S. Pietro, S. Paolo, S. Filippo Neri e lo stemma dei Pignatelli, probabilmente portato qui dalla chiesa di S. Pietro presso la “Torre”, quando andò in rovina intorno all’ottocento.

La Chiesa di San Donato

La chiesa di San Donato fu iniziata a costruire nel 1759 . L’opera fu completata dal figlio Gennaro Durazzo e il 21 maggio 1765 e fu consacrata dall’arcivescovo di Benevento Giovan Battista Colombini.
Un cavalcavia collegava la chiesa al palazzo marchesale, utilizzato dai marchesi per recarsi a seguire la messa. Il cavalcavia fu demolito insieme al palazzo marchesale dopo il terremoto del 1962. Nella chiesa venne collocata una statua lignea di San Donato, quella oggi presente. La chiesa si presenta ad una sola navata con l’altare maggiore dedicato a S. Donato, la cui statua si trova in una nicchia in alto dietro l’altare. Inoltre nella chiesa son presenti quattro altari minori.

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