CENTRO DI RICERCA PER LO STUDIO DEL PENSIERO MERIDIONALISTICO

Sulle orme del lungo Ottocento meridionale

Pietragalla

La storia

Il nome del paese deriva da “Pietra Gialla”, in riferimento al colore della pietra impiegata per la costruzione delle case, il tufo.

Il nome di Pietragalla viene citato in un documento dell’anno 1118. In epoca feudale il paese appartenne a diversi signori; nel XV secolo passò alla famiglia Orsini, sotto la quale iniziarono i lavori di ampliamento del Palazzo Ducale.

Il 16 novembre 1861 il paese venne saccheggiato dalle truppe di Crocco e Borjes. La popolazione e la Guardia nazionale opposero una resistenza, che il Consiglio provinciale della Basilicata dell’11 gennaio 1862 dichiarò eroica.

Il Palazzo Ducale

Sul punto più alto del paese si situa il Palazzo Ducale. Si suppone che all’origine l’edificio fosse sede di una comunità monastica. Dopo il terremoto del 1456 che rase al suolo parte del borgo di Pietragalla, dell’originaria struttura del castello non restò che qualche traccia. A partire dagli inizi del XVI secolo, con l’avvento della famiglia Orsini, fu avviato un lavoro di ristrutturazione dell’antico castello, che fu trasformato in Palazzo Ducale.

Il Palazzo Ducale di Pietragalla rappresenta un complesso di particolare interesse sotto il profilo architettonico ed artistico: infatti si armonizzazione vari stili caratteristici di periodi diversi. Strutturalmente l’impianto si divide in due parti: la prima, a destra dell’arco di ingresso, richiama la struttura dell’antico castello; la seconda è costituita dall’ampliamento voluto dalla famiglia Orsini agli inizi del 1500.

Il Palazzo Ducale rappresenta, inoltre, l’emblema dell’eroica difesa dei pietragallesi che, rinchiusi nelle mura del Palazzo, resistettero all’attacco delle bande brigantesche guidate da Crocco e Borjes.

La Chiesa Madre

Sul punto più alto del paese, insieme al castello, sorge anche la chiesa madre di Pietragalla, dedicata a San Nicola di Bari, costruita nel XIII secolo e consacrata nel 1654. L’attuale stile neoclassico della chiesa deriva dalle modifiche apportate tra il 1712 e il 1750. Il campanile della chiesa, costituito da una cupola di stile bizantino, è l’elemento caratteristico e dominante della chiesa.

L’interno della chiesa, in tre navate, ospita alcuni elementi artistici molto interessanti, fra cui spicca la fonte battesimale risalente agli ultimi del XVI secolo, il crocifisso ligneo settecentesco che è conservato nella navata sinistra, nonché una serie di tele, una delle quali raffiguranti l’Annunciazione. Di particolare interesse è anche la statua raffigurante il santo patrono di Pietragalla, San Teodosio.

I “palmenti”

Il circondario di Pietragalla è ricco di boschi e di scorci che restituiscono uno dei panorami più suggestivi della Basilicata. Ma la vera attrazione turistica di Pietragalla sono i “palmenti”, un complesso di grotte formato da costruzioni di tipo rupestre, scavate nel tufo. Al loro interno sono dotate di vasche ricavate nella roccia tufacea, per la lavorazione e la fermentazione del vino. Ancora oggi, alcune famiglie vinificano nei “palmenti”, avendo cura di salvaguardare la struttura delle vasche scavate nel tufo, mantenendo viva la storia, la cultura e la memoria della civiltà contadina.

http://www.prolocopietragalla.it/

condividi su

Share on facebook
Share on twitter
Share on linkedin
Share on whatsapp
Share on email
Share on print

cerca un articolo