La storia
Di origine antica, viene nominata, con il nome di Pietrapulsino, per la prima volta nel XII secolo dal cronachista Falcone Beneventano.
In epoca normanna appartenne ai conti di Aquino, quindi alla contea di Buonalbergo e, infine, fu devastata da Ruggero II.
Diversi sono i feudatari che si sono susseguiti al feudo di Pietrelcina; vanno ricordati il giurista Bartolomeo Camerario, i Caracciolo, i D’Aquino e, infine, i Carafa, che la tennero fino all’abolizione della feudalità, nel 1806.
Appartenente alla giurisdizione amministrativa della provincia di Principato Ultra, nel 1861 fu aggregata alla neonata provincia di Benevento.
Nel 1887, in una casetta del borgo, nacque Francesco Forgione, frate cappuccino noto con il nome di Padre Pio. Grazie al flusso turistico sviluppatosi in seguito alla beatificazione e alla canonizzazione del suo più noto cittadino, Pietrelcina è diventata un importante centro di turismo religioso.
La Chiesa di Sant’Anna
Risalente al XIII secolo, la chiesa venne ricostruita dopo il sisma del 1688. L’interno si presenta a due navate abbellite da un soffitto ligneo e da alcune sculture. Sotto l’altare di Sant’Anna sono conservate le reliquie di San Pio martire, che furono oggetto di devozione da parte di Padre Pio ed influirono sulla scelta del suo nome religioso. Qui il futuro santo fu battezzato, ricevette la prima comunione e fu cresimato.
La Chiesa di Santa Maria degli Angeli
Ricostruita dopo il terremoto del 1688 e consacrata nel 1701, negli anni successivi fu ampliata e modificata. È consacrata alla Madonna della Libera, patrona di Pietrelcina. Al suo interno si trova una statua lignea della Madonna di scuola napoletana del primo quarto del XVIII secolo. In questa chiesa Padre Pio svolse il suo ministero pastorale e vi celebrò la prima messa.
La casa natale di Padre Pio
La casa natale di Padre Pio, nato Francesco Forgione, si trova al civico 27 di vico Storto Valle; in realtà si tratta di un’unità abitativa composta da più vani. La cucina, che dà sulla strada, si trova, ad esempio, al civico 28. In questo ambiente si consumava tutta la vita domestica del piccolo Francesco. Alle pareti sono ancora appesi gli utensili dell’epoca.