CENTRO DI RICERCA PER LO STUDIO DEL PENSIERO MERIDIONALISTICO

Sulle orme del lungo Ottocento meridionale

Salandra

La storia

Il territorio di Salandra fu sede di stanziamenti Enotri sin dall’VIII secolo a.C., come testimoniato dai resti di un antico villaggio. Le prime testimonianze dell’esistenza di Salandra le troviamo, però, in una bolla papale del 1060. Nel 1119 il feudo di Salandra fu concesso in donazione dalla contessa normanna Emma Maccabeo all’Abbazia benedettina di San Michele Arcangelo di Montescaglioso. Nel catalogo dei baroni, Salandra risulta appartenere alla contea di Montescaglioso, di cui era vassallo Guglielmo De Caro. Successivamente, in epoca sveva Salandra fu proprietà del barone Gilberto di Salandra, mentre in epoca angioina passò alla famiglia Sangineto. Nel 1381, in seguito al matrimonio di Margherita di Sangineto con Venceslao Sanseverino, il feudo passò alla famiglia Sanseverino, conti di Tricarico, cui restò fino alla congiura dei baroni del 1485: Antonello Sanseverino, principe di Salerno, capo della rivolta, fu infatti privato di tutti i suoi feudi e il feudo di Salandra fu venduto e comprato più volte nel corso degli anni successivi. Nel 1544, infine, Salandra fu acquistata definitivamente da Francesco Revertera, alla cui famiglia il feudo appartenne fino all’eversione della feudalità.

Nel 1656 il paese venne colpito dalla peste, ed a seguito di quella calamità venne proclamato patrono San Rocco di Montpellier, che aveva fama di taumaturgo. Nel 1799 e nel periodo risorgimentale, gli abitanti di Salandra parteciparono attivamente alle lotte per l’unificazione. All’indomani della caduta del Regno delle Due Sicilie, Salandra venne saccheggiata ed occupata dalle bande brigantesche nel novembre 1861, in uno degli episodi della guerra del brigantaggio.

Il convento dei Padri riformati

Il turista che giunge a Salandra non può non visitare il convento dei Padri Riformati, oggi sede del municipio: fatto edificare sul finire del XVI secolo per volere del signore di Salandra Francesco Revertera, il convento comprendeva un seminario e a lungo fu sede di un’università di teologia. Annessa al convento è la chiesa di Sant’Antonio, caratterizzata da un portale settecentesco abbellito da decorazioni scultoree in stile romanico. Al suo interno è conservato un patrimonio artistico molto interessante: oltre alle numerose tele attribuite a Domenico Guarino, si conservano i Polittici di Simone da Firenze, raffigurante l’Annunciazione, e di Antonio Stabile; la lunetta raffigurante la Madonna con bambino attribuita a Pier Antonio Ferro; l’organo della cantoria, risalente al 1570, ed ancora funzionante.

La Chiesa Madre

La chiesa madre di Salandra, intitolata alla SS. Trinità, fu edificata tra XI e XII secolo, salvo poi essere distrutta quasi completamente dal terremoto del 1857. Alla chiesa, ad una navata, è annessa una torre campanaria.

La Chiesa di San Rocco

Al patrono di Salandra, San Rocco, è intitolata la chiesa edificata nel 1656. Al suo interno conserva la statua del santo e rappresenta la principale struttura religiosa della parrocchia del paese materano. La struttura, duramente colpita dal terremoto del 1980, è stata restaurata e riaperta al pubblico nel 1996.

Il castello

Sulla piazza centrale del paese, oltre alla chiesa madre e ad alcuni palazzi antichi, sorge anche il castello. Dell’antico maniero, risalente al XVII secolo, oggi rimangono solo dei ruderi, in particolare due arcate e pochi resti delle mura.

http://www.prolocosalandra.it/

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