CENTRO DI RICERCA PER LO STUDIO DEL PENSIERO MERIDIONALISTICO

Sulle orme del lungo Ottocento meridionale

San Lupo

La storia

San Lupo è un piccolissimo comune del beneventano, che affaccia su di una collina rocciosa alle spalle del Montepetroso, appartenente alla catena dei monti del Matese. Non conta neanche mille abitanti e prende nome dall’antica Chiesa e monastero di San Lupo e San Zosimo, sorta nella città di Benevento, prima che nello stesso luogo venisse edificata dai Longobardi la Chiesa di Santa Sofia. A San Lupo probabilmente vi sorgeva una chiesa omonima, realizzata da alcuni monaci benedettini che da Benevento si distaccarono per andare nel romitorio di campagna.

Considerando i materiali archeologici rinvenuti è possibile sostenere che l’area fosse già frequentata in epoca preistorica. Ciò non toglie però che, per avere delle tracce di un vero e proprio nucleo abitativo, dobbiamo attendere l’arrivo dei Longobardi, che nel Beneventano diedero vita a un florido ducato, poi principato. Benevento, infatti, era la capitale della cosiddetta Longobardia Minor che sopravvisse alla sorella maggiore, la Longobardia Maior, quando questa, dopo le guerre con i Franchi, era ormai nient’altro che un ricordo.

Dopo essere stata feudo della famiglia feudale dei Gesualdo, che la concessero in suffeudo ai Fontanarosa, San Lupo passò sotto il controllo dell’Ordine dei Benedettini fino al 1450, quando con gli Aragonesi fu data al Capitolo metropolitano di Benevento, infine passò ai Caracciolo e poi nel 1506 ai Carafa, che la mantennero sino all’abolizione della feudalità nel 1806.

Soggetta a frequenti terremoti, San Lupo fu distrutta una prima volta a metà ‘400 e ricostruita più a monte; poi cadde in rovina una seconda volta nel 1688, in occasione del tremendo terremoto che distrusse anche la vicina Cerreto Sannita.

Il comune, noto per la produzione di olio e fagioli, nonché per l’estrazione della cosiddetta pietra di San Lupo, cominciò a spopolarsi a partire dalla fine del ‘800 quando molti Sanlupesi decisero di emigrare in America e in Australia.

La Chiesa di San Giovanni Battista

La Chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista si presenta nella sua semplicità, con un campanile dalla vivace cupola maiolicata, che sembra essere li a farle da guardia. La Chiesa della Congregazione dell’Immacolata e la Chiesa dell’Annunziata, con al suo interno grandi tele raffiguranti l’Annunciazione e la Sacra Famiglia, sono i principali luoghi di culto del piccolo centro.

Palazzo Iacobelli

Degno di nota è il settecentesco palazzo della famiglia Iacobelli, che sorge nella piazza principale del paese. Accanto ad esso vi è la Taverna Iacobelli, dove un tempo si svolgeva l’attività economica del feudatario. Alla famiglia appartenne Achille Iacobelli, imprenditore e saggista di economia e politica, fu colui che intraprese la bonifica della valle telesina, creandovi il primo impianto termale, che tutt’oggi è una florida attività turistica della zona.

https://www.terredibenessere.com/it/telese/corpo/antichetermejacobelli-179

Il re Ferdinando II di Borbone fu ospite di Iacobelli presso il palazzo di San Lupo all’inizio del 1852. Il sovrano era venuto in zona proprio su richiesta di Iacobelli per percorrere una nuova strada costruita dopo il crollo del ponte in ferro sul Calore e dedicato alla sua prima moglie Maria Cristina di Savoia, madre di Francesco II. Iacobelli addirittura dedicò il fagiolo tipico di San Lupo alla moglie di Ferdinando, tanto che ancora oggi è noto col nome di “fagiolo della regina”, che è spesso presente in molti piatti tradizionali e nelle sagre del paese.

Il ponte delle streghe

A San Lupo esiste un ponte chiamato il ponte delle streghe, che è legato a diverse leggende relative alla figura delle Janare, gli spiriti femminili a cui la tradizione popolare attribuisce i più turpi sortilegi e atti di stregoneria. Il torrente sul quale affaccia il ponte veniva considerato l’equivalente di un accesso agli inferi, dove le streghe, si dice, si riunissero per organizzare i loro rituali magici, specialmente durante il solstizio d’estate.

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