CENTRO DI RICERCA PER LO STUDIO DEL PENSIERO MERIDIONALISTICO

Sulle orme del lungo Ottocento meridionale

Stigliano

La storia

La fondazione di Stiglino risale agli antichi Lucani; il suo nome, invece, all’epoca romana: esso deriva, infatti, dalla famiglia degli Hostilius, di cui il paese era una delle proprietà.

Caduto l’impero romano, Stigliano fu invasa dai Goti che la fortificarono e la adibirono a loro sede. Ai Goti successero i Longobardi, che la inclusero nel Principato di Salerno.

Feudo di diversi signori, Stigliano è appartenuto a Goffredo Britanno, suffeudatario del Conte di Montescaglioso, passando poi a Goffredo di Sarzin e da questi alla famiglia napoletana dei Carafa. Nel 1556 tutta la proprietà passò alla famiglia spagnola del duca di Medina, che eresse Stigliano a capoluogo della Basilicata. In seguito il paese passò, fino all’anno in cui furono aboliti i privilegi feudali, alla famiglia Colonna di Roma.

All’indomani dell’Unità, presso Stigliano, alla contrada Acinello, si tenne una delle principali battaglie delle guerra del brigantaggio tra le truppe brigantesche, guidate da Carmine Crocco e José Borjes, e le truppe regie; con la sconfitta di queste ultime, i briganti poterono entrare e saccheggiare il paese.

Negli anni del fascismo, Stigliano fu uno dei luoghi di confino riservati ai fascisti dissidenti.

Il convento di Sant’Antonio

Il convento di Sant’Antonio risale al XVII secolo. La facciata della chiesa è caratterizzata da una splendida facciata barocca con un imponente campanile con cupola a carattere arabeggiante. All’interno sono conservati molti quadri, tra cui due attribuiti ad Antonio Stabile, e diverse pitture di Giovanni Todisco e Domenico Guarino, oltre a un crocifisso ligneo attribuito a padre Umile da Petralia. Secondo la leggenda il crocifisso si rese protagonista di un evento prodigioso, liberando Stigliano dal morbo della pesta che nel 1656 aveva decimato la sua popolazione.

La Chiesa di Santa Maria Assunta

La chiesa madre di Stigliano, dedicata a Santa Maria Assunta, sorge al centro del paese. Essa può vantare numerose opere d’arte, tra le quali spicca un sontuoso polittico attribuito a Simone da Firenze, caratterizzato da una statua della Vergine e da dipinti con santi ed angeli. La struttura interna è caratterizzata da tre navate, una centrale sovrastata da una splendida volta in legno dorato e due navate laterali sovrastate da diverse cupole. Di notevole interesse sono il coro ligneo e la statua di Santa Maria della Neve. Interessante è anche la cripta, all’interno della quale venivano seppelliti i morti, e nella quale, ultimamente, sono stati rinvenuti alcuni affreschi.

L’angolo della memoria

Il “Museo di Storia e Civiltà contadina” e la “Casa contadina” sono due luoghi che indicano lo stretto legame di Stigliano con il suo passato rurale. Preso il polo museale, infatti, sono conservati oggetti e simboli della civiltà contadina. Il museo è, inoltre, impreziosito da costumi tradizionali, suppellettili, arnesi domestici e da lavoro, suddivisi in aree tematiche in modo tale da poter raccontare tutto l’intero ciclo della vita contadina.

A pochi metri dal museo sorge la “Casa contadina”: l’arredamento e la disposizione degli originali d’epoca, risalenti al XIX secolo, segue il filo conduttore messo in atto nel museo e completa, in qualche modo, il percorso di visita iniziato nel museo, collegando la vita produttiva della civiltà contadina con l’ambito domestico.

A completare questo angolo di memoria della storia e della tradizione lucana c’è il centro di documentazione storica “L’urlo del colombo”.

https://www.destinazionematera.info/Musei-e-Architettura/Museo-di-Storia-e-Civilt%C3%A0-Contadina.html

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